Luce Blu
Pubblicato da Centro Oculistico San Lorenzo in salute · 30 Luglio 2019
Tags: luce, blu, danni, occhio, retina, raggi, uv
Tags: luce, blu, danni, occhio, retina, raggi, uv
Per comprendere i danni
che può subire l'occhio in seguito ad eccessiva esposizione alla luce blu,
proviamo prima conoscere cos'è la luce blu, da dove deriva e come si comporta.
La luce è composta da
radiazioni con lunghezza d’onda diversa. Attraversando un prisma di vetro, i
raggi delle varie lunghezze d’onda subiscono spostamenti diversi, che si
accentuano ancora uscendo dal prisma. Il processo che avviene è quello della
rifrazione della
luce, e il risultato è uguale a quello che
avviene nell’atmosfera dopo un temporale quando la luce del sole
incontra una goccia di pioggia e la deve attraversare: uno stupendo arcobaleno
Poiché tutti quelli così
ottenuti sono i colori visibili all'occhio umano, parliamo di "spettro
visibile" (dai 390 ai 700 nm); ma la luce si estende per una gamma di
frequenze molto più ampia. A frequenze maggiori, sopra il violetto, abbiamo:
l'ultravioletto (UV - che noi non riusciamo a vedere molto bene poiché la
cornea lo assorbe), i raggi X (la luce emessa in questa banda è troppo
"blu" per essere vista dall'occhio umano), i raggi gamma. A frequenze
più basse, oltre il rosso, abbiamo l'infrarosso (IR); ricordiamoci che circa la
metà dell'energia raggiante proveniente dal Sole è costituita da infrarosso, e
una lampada elettrica ordinaria emette molto più infrarosso che luce. L'uomo,
come tutti gli animali "a sangue caldo", è un emettitore di
infrarosso. Infine, si ha la vasta regione spettrale delle onde radio.
Le radiazioni UV e IR non
sono invece visibili e possono avere effetti nocivi sui tessuti biologici
oculari, inducendo danni che crescono proporzionalmente alla quantità di
radiazioni che l’occhio assorbe.
La porzione IR (lunghezza
d’onda superiore a 760 nm), quando è eccessiva, è responsabile della
denaturazione delle proteine lenticolari che inducono la formazione della
cataratta. La porzione UV (lunghezza d’onda inferiore a 390 nm) viene filtrata
dai mezzi ottici oculari e non raggiunge la retina, ma può provocare danni al
segmento anteriore dell’occhio dato che il suo assorbimento avviene
prevalentemente da parte della cornea, della congiuntiva e del cristallino
(Catalano, 2001).
Diversi studi hanno in
realtà negli anni determinato che anche una porzione della luce visibile può
arrecare danni all'occhio umano. Nello specifico parliamo della luce blu, che
ha lunghezza d’onda da 400 a 500 nm nella porzione visibile.
Questa, a differenza dei Raggi UV, non viene
naturalmente filtrata, così oltre ad incorrere ad uno stress ossidativo, con
invecchiamento precoce delle cellule, e e ad una alterazione del film lacrimale
(da qui secchezza oculare e stati infiammatori dovuti all'alterazione degli
stati superficiali deputati alla protezione dell'occhio), la luce blu penetra
fino alla retina ed implica uno stato infiammatorio, con aumento di radicali
liberi e materiali di scarto, che induce una progressiva degenerazione
macualre, fino ad un possibile sviluppo di maculopatie.
Gli effetti della Maculopatia
Fino ad ora abbiamo parlato
della luce blu naturale. Non possiamo nell'era del digitale non parlare di
quella artificiale proveniente dai più comuni video terminali. La luce blu
emessa da televisori, pc, smartphone, tablet è ormai quella a cui siamo
maggiormente esposti e per periodi di tempo molto prolungati durante le nostre
giornate.
Ricordiamoci anche che la luce blu, essendo in
grado di attraversare il tratto retino-ipotalamico responsabile della
regolazione del ritmo circadiano, va ad interferire con la produzione di melatonina
– regolatrice proprio del ritmo sonno/veglia – rendendosi così responsabile
anche di un'alterazione qualitativa e quantitativa del nostro sonno, con tutte
le problematiche dirette ed indirette che ne derivano. Proprio per questo
piccole e semplici regole potrebbero aiutarci non solo a preservare il
benessere dei nostri occhi, ma anche il nostro stato di salute generale...