Esoftalmo - malattia dell'occhio tiroideo
Pubblicato da Centro Oculistico San Lorenzo in Patologie Oculari · 29 Novembre 2020
Tags: esoftalmo, occhio, tiroideo, vista, tiroide, esoftalmopatia, trattamento
Tags: esoftalmo, occhio, tiroideo, vista, tiroide, esoftalmopatia, trattamento
La malattia dell'occhio tiroideo – tecnicamente Oftalmopatia Basedowiana – è una manifestazione extratiroidea del Morbo di Basedow (MB) determinata da autoanticorpi contro il recettore dell’ormone tireotropo espresso dai fibroblasti dell’orbita.
Interessa circa il 25% dei pazienti ipertiroidei ed è più frequente nelle donne nel rapporto femmine/maschi di 5:1. Fortunatamente le forme lievi costituiscono oltre l’85% dei casi, mentre quelle gravi circa 1-2 % dei casi.
A caratterizzare tale patologia oculare è un cambiamento della fisionomia del bulbo oculare, con un esoftalmo, quindi una sporgenza in fuori dell'occhio, particolarmente pronunciato. Provoca inoltre alterazioni del visus quali: diplopia, discromatopsia, perdita della visione per danneggiamento del nervo ottico, dolore e secchezza oculare, ulcere corneali.
La malattia dell'occhio tiroideo è una condizione autoimmune grave, progressiva e debilitante le cui opzioni di trattamento sono state fino ad oggi limitate agli steroidi e alla chirurgia. L'emergere però di un nuovo farmaco, teprotumumab, potrebbe a breve rappresentare una rivoluzione per i pazienti che ne sono affetti, suggerendo addirittura una riduzione della proptosi paragonabile a quella ottenuta con le tecniche chirurgiche di decompressione ad oggi in uso.
Come funziona? Teprotumumab è un anticorpo monoclonale umano che inibisce il recettore del fattore di crescita simile all'insulina (IGF-1R), riducendo così l'infiammazione e invertendo l'espansione del tessuto retroorbitale.
I dati di uno studio randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, hanno mostrato una evidente riduzione della proptosi entro 24 settimane. Inoltre il farmaco, somministrato una volta ogni tre settimane per un totale di otto infusioni, ha anche fornito miglioramenti significativi nella diplopia, nonché riduzioni del grasso orbitale e della dimensione del muscolo retto inferiore.
Tra i pazienti che sono stati seguiti fino alla settimana 72, la maggioranza ha mantenuto la risposta, indicando che i benefici sono stati mantenuti per quasi un anno dopo l'interruzione del trattamento. Solo un piccolo numero di pazienti ha avuto una ricaduta, ma è migliorato di nuovo con ulteriori infusioni.
C'è anche da sottolineare che gli effetti indesiderati legati all'uso di Teprotumumab sono stati di entità da lieve a moderata: le reazioni più comuni includevano spasmi muscolari, nausea, perdita di capelli e diarrea, ma non si sono verificati eventi che hanno portato all'interruzione del trattamento.
A Palermo, il Centro Oculistico San Lorenzo esegue visite per valutazione precoce e diagnosi di esoftalmopatia. Ovviamente, per individuare poi la necessità di un trattamento specifico, è molto importante stabilire la gravità e la progressione della malattia. Tuttavia, la sperimentazione di questo nuovo trattamento volge uno sguardo ad un traguardo davvero importante non solo per i benefici fisiologici ma anche per il miglioramento in generale della qualità di vita che può apportare a questi pazienti senza il ricorso alla chirurgia.