Miopia nei bambini, nuove tecnologie per bloccarne la progressione
Pubblicato da Centro Oculistico San Lorenzo in salute · 1 Aprile 2020
Tags: miopia, bambini, studi, bloccare, cura
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La miopia è una malattia con incidenza tra i bambini. Si caratterizza per un allungamento assiale del bulbo oculare che fa sì che l’immagine acquisita guardando il mondo esterno non si focalizzi esattamente sulla retina, bensì anteriormente ad essa. Questo implica una difficoltà tendenzialmente maggiore da parte dei miopi nella visione da lontano. A livello fisiologico, l’allungamento assiale del bulbo porta allo stiramento corioretinico con conseguente assottigliamento della retina e della coroide. Una caratteristica della miopia è la sua progressione da intendere su un duplice livello:
- Progressione della sua incidenza a livello mondiale. Uno studio riportato dall’American Academy of Ophthalmology riporta la presenza di oltre 80 milioni di bambini miopi segnalati in tutto il mondo con un trend di progressione in continua crescita.
- Progressione della gravità del vizio refrattivo. La miopia è, infatti, tendenzialmente “degenerativa”, progredisce dunque con l’avanzare dell’età, con tutte le conseguenze che si possono associare al caso come cattiva circolazione oculare, predisposizione allo sviluppo di glaucoma, distacco di retina e degenerazione maculare miopica.
È però opportuno fare una distinzione tra la miopia patologica e quella non patologica, che hanno delle caratteristiche cliniche, patologiche e prognostiche differenti. La miopia non patologica è quella più comune, detta anche “scolastica”, in cui le strutture refrattive comunque sono sviluppate nella norma ma c’è un deficit nel potere refrattivo che si collega alla lunghezza del bulbo oculare. In questo caso la progressione continua al massimo fino al periodo adolescenziale per poi stabilizzarsi solitamente non superando le -6 diottrie. La forma patologica di miopia generalmente presenta durante l’infanzia con un errore refrattivo già molto importante, che supera le -6 diottrie, e con una lunghezza assiale maggiore a 26,5 mm (vs i 24mm di un bulbo normale).
Diversi studi hanno poi evidenziato una matrice ereditaria di questo vizio refrattivo, anche se negli anni è risultato sempre più evidente il ruolo concomitante giocato dai fattori ambientali, come la quantità di “visione da vicino”, l’alimentazione, la differenza individuale nei processi accomodativi (meccanismi attraverso cui i nostri occhi, in maniera assolutamente autonoma, mettono a fuoco le immagini sulla retina bypassando il vizio refrattivo).
Un recentissimo studio durato due anni si è focalizzato sull’analisi degli effetti di una lente sulla progressione della miopia.
Già precedenti studi avevano evidenziato la positività dell’uso delle lenti miopiche Defocus. Queste difatti hanno mostrato risultati promettenti nel rallentamento dell’allungamento assiale nei bambini e, di conseguenza, della progressione del vizio refrattivo. Nonostante i buoni risultati però, in linea generale si è sempre presentato un problema di fondo: queste lenti miopiche erano realizzate per lenti a contatto, si poneva quindi il problema della collaborazione, tanto del bambino quanto dei genitori, ad utilizzarle e l’individuale reazione alle stesse LaC.
Un recente studio clinico del Centro per la Ricerca sulla Miopia del Policlinico di Hong Kong rappresenta invece la svolta in tal senso, avendo per la prima volta studiato e validato gli effetti positivi delle lenti Defocus impiantate però su occhiali. Lo studio è stato condotto per due anni su bambini da 8 a 13 anni con miopia compresa tra -1 e -5 diottrie ed un astigmatismo inferiore a 1.5 diottrie. Creando due gruppi, uno che ha utilizzato occhiali con normali lenti per visione singola (gruppo di controllo) e l’altro che ha invece utilizzato occhiali con lenti Defocus, questi sono stati monitorati ogni 6 mesi rispetto all’incremento del difetto refrattivo e della lunghezza del bulbo. I risultati hanno rilevato uno dimezzarsi del livello della progressione e della miopia e dell’allungamento assiale nel gruppo di bambini che ha fatto uso di lenti Defocus: la miopia ha avuto una progressione esattamente del 52% inferiore rispetto al gruppo di controllo ed un allungamento assiale inferiore del 62%.
Inoltre, lo studio ha evidenziato degli effetti a lungo termine dell’uso di tali lenti: il 21,5% dei bambini che le ha utilizzate (vs il 7,4% degli altri bimbi) non ha avuto progressione della miopia per i 2 anni successivi.
Come funzionano? Le lenti Defocus hanno una zona ottica centrale di 9 mm di diametro che ha una correzione miopica ed una zona focale multipla anulare di circa 33 mm di diametro – costituita da diversi segmenti di circa 1 mm di diametro – che ha invece una correzione ipermetropica di +3,50 diottrie. In poche parole, questo design prevede una parte centrale della lente perfettamente corretta per lontano ed una correzione periferica leggermente corretta per vicino: ciò consentirebbe al bambino, che accomoderebbe troppo nella visione da vicino, di “sforzarsi” di meno e contenere la progressione della miopia.
Per lo studio completo clicca qui: